Dal Comitato Paesaggistico “Sempre caro mi fu quest’ermo colle….” di Colli del Tronto al maestro Tullio Pericoli e al Dott. Vittorio Emiliani.

A un mese di distanza dal Convegno di Colli sul tema del nostro paesaggio, in cui ci avete onorato con la vostra presenza e gratificato con le vostre parole, queste brevi note sono per aggiornarvi sulla situazione del nostro Comitato e fare il punto della questione che più ci riguarda da vicino. La cosa sembra ferma su un binario morto da cui l’Amministrazione comunale non sa come uscire: insiste sulla volontà già espressa di voler costruire il palazzetto dello sport e cerca di fare sponda sulla Regione e la Provincia perché si facciano carico dell’onere economico per realizzarlo e questo potrebbe indurli a retrocedere dal progetto di cementificazione di questa area pregiata.  Non credo ignorino la impraticabilità di questa strada, viste le condizioni economiche di quegli Enti, non più floride di quelle comunali. Pertanto la cosa sembra più che altro un diversivo per giustificare in qualche modo il persistere della scelta fatta (la cementificazione ingiustificata di una parte così importante del nostro territorio, dal punto di vista storico, paesaggistico e naturalistico,  a fronte di una edificabilità già estesa a tante altre parti del paese). Al nostro Comitato chiede l’apertura di un dialogo, cosa anche questa chiaramente impossibile perché al solito  questi Comitati esprimono solo malesseri  ed espongono problematiche, non hanno facoltà di trattare o mercanteggiare. Il problema è politico e la soluzione si troverebbe solo dando un segnale forte, qualora lo si voglia, di rottura con certi metodi di manomissione selvaggia del territorio, qui anche del tutto immotivata. In parole povere: non vogliono sottovalutare il contenuto dell’appello – e quindi la volontà dei seicento elettori che lo hanno firmato – ma non vogliono neanche fare propria la diversa cultura che questo appello sottende. Anche l’incontro dell’11 gennaio avuto tra alcuni esponenti del Comitato e l’Amministrazione comunale ed a cui erano stati anche invitati Tullio Pericoli e Giobbe Covatta, si è risolto in un nulla di fatto. L’amministrazione voleva trattare per scendere di qualche metro cubo, hanno messo in dubbio la reale portata delle seicento firme raccolte,si insiste sulla “necessità” della realizzazione del palazzetto dello sport, ma in sintesi hanno mantenuto il solito atteggiamento un po’ incredulo e ci siamo fatti l’idea che non si voglia realmente riconoscere l’esistenza del problema. Il Comitato guarda alla salvaguardia di questa parte del paese anche in una prospettiva di valorizzazione del territorio a fini turistici e agrituristici, ma la politica attuale non ha la forza e la perspicacia per vedere un futuro che non sia quello più immediato. Peccato, perché nel frattempo si aggrava profondamente la crisi della struttura economica della Vallata del Tronto:  si va alla divisione sciagurata della provincia tra Ascoli e Fermo per fare due debolezze da una che era,  nel Nucleo industriale chiudono realtà importanti come la Cartiera Ahlstrom, la SGL Carbon, la FoodInvest, tutte industrie da 200 e più operai ciascuna (in tre anni abbiamo perso circa seimila posti di lavoro). E il problema è ancor più grave perché queste attività non hanno alternative: lo sviluppo industriale era avvenuto attraverso l’importazione di modelli esterni e questo non ha generato una imprenditoria locale, per cui la crisi non mette in azione forze di trasformazione e di rigenerazione, come invece è tipico del modello marchigiano più avanzato. Stiamo tornando verso il meridione della penisola, c’è rassegnazione e mancano slanci vitali. Altra alzata di ingegno, nell’anno in cui il mondo inizia la corsa verso un razionale utilizzo delle energie rinnovabili, può essere giudicata la costruzione a breve di una centrale elettrica di cogenerazione a gas nella zona del Nucleo Industriale, già invasa, come tutta la vallata del Tronto, da fumi, depuratori, discariche e inquinamento fluviale. Il Comitato indica una strada alternativa da seguire, partendo dalla vocazione del territorio e dalle ricchezze che ancora abbiamo: due parchi nazionali a venti chilometri, un mare a quindici, un tessuto urbano nei centri storici minori che sarebbe tutto da recuperare a prezzi competitivi. Ci chiediamo se queste cose le vediamo solo noi e perché la politica resti estranea. Noi abbiamo creato un sito che abbiamo chiamato www.ermocolle.com in cui stiamo mettendo un po’ della nostra storia e raccogliamo i pareri e dei nostri lettori. Invitiamo anche voi a darci notizie delle vostre attività e degli sviluppi di questa battaglia nelle realtà di cui vi occupate.

Per l’intanto salutiamo affettuosamente.
20 gennaio ‘08
A nome del Comitato: Tommaso Cavezzi